Mondo Vertus
17 maggio 2023 | 3 min di lettura
Non si trovano ingegneri meccatronici ed energetici, progettisti, specialisti in cyber sicurezza e programmatori

Le aziende cercano profili altamente qualificati ma, in molti casi, faticano a trovarli perché mancano le competenze adatte. Ingegneri meccatronici ed energetici, progettisti di sistemi informatici, specialisti in cyber sicurezza, programmatori e business developer: sono questi i talenti di cui si continua a registrare la carenza per coprire le posizioni vacanti. Lo rivela un'analisi di Vertus, gruppo italiano di società di consulenza con servizi integrati a supporto della trasformazione di aziende, persone e processi.

L'indagine evidenzia come molte aziende siano disposte ad offrire, anche in ingresso, stipendi più elevati della media e contratti a tempo indeterminato. Ciononostante, è spesso complicato attrarre il giusto mix di competenze. Un esempio: si stanno investendo sempre più risorse nella cyber sicurezza e le aziende sono alla ricerca di professionisti altamente qualificati che possano aiutarle a prevenire attacchi dal web. Si tratta di profili con una professionalità composita e in costante evoluzione, difficili da reperire sul mercato.

Dopo oltre due anni caratterizzati dall'emergenza sanitaria ed economica, si iniziano peraltro a vedere segnali di ripresa e, in alcuni settori, per esempio quello tecnologico, l'offerta di lavoro addirittura supera la domanda.

Dallo studio di Vertus emerge, inoltre, che alcuni dei macro-trend osservati a partire dalla metà dell'anno precedente stanno registrando conferme anche per il 2023. Le opportunità lavorative si concentrano, in particolare, su tre verticali: IT, Engineering e Sales.

"Il mercato del lavoro, già in fermento da almeno una decade al traino della rivoluzione digitale, è sotto il tiro di trasformazioni sempre più repentine e disruptive, con accelerazioni evidenti post pandemia", spiega Marco Filippo Martinengo, Head of HR Solutions di Vertus.

"La workforce manifesta tutti i propri timori verso il cambiamento ed una sostanziale imprevedibilità dei comportamenti, alternando fasi di elevata attenzione all'offerta di lavoro e altre di ristagnamento o resistenza. Certo è che, se un'azienda non è in grado di offrire oggi progettualità di carriera che mettano al centro anche i needs e le aspettative di autorealizzazione delle persone, tenendo in ampia considerazione il bisogno crescente di essere orientate verso il futuro, i suoi candidati valuteranno con più facilità e frequenza di cercare prospettive altrove. Evidente il trend nelle fasce più giovani di popolazione - al centro del talent shortage e della cosiddetta great resignation del 2021 e 2022 - ma non solo: la tensione al miglioramento e la voglia di cambiamento paiono, oggi più che in passato, questioni d'impatto cross-generazionale. Al netto della seniority, saranno comunque senza dubbio i lavoratori più qualificati ad avere maggiori opportunità di crescita professionale", continua l'Head of HR Solutions di Vertus.


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