In un mondo in rapida evoluzione, produzioni ed impianti giungono a “fine vita” più rapidamente rispetto al passato e, spesso, eventuali investimenti per nuovi impianti risultano più convenienti in altri insediamenti industriali o in progetti green field di maggiori dimensioni.
La contrazione della domanda in alcuni settori compromette la sostenibilità di intere filiere produttive, e, conseguentemente, si rendono necessari adeguamenti della capacità produttiva per logiche di competitività.
Per alcune tipologie di produzioni cosiddette “labor intensive”, paesi a basso costo della mano d’opera risultano più attrattivi da parte di grandi gruppi, costantemente alla ricerca di maggiore efficienza e marginalità.
Tanto le acquisizioni quanto le dismissioni sono spesso parte di una medesima strategia di sviluppo. La flessibilità organizzativa diviene pertanto condizione necessaria per il corretto mantenimento di equilibri economici.
/ Ritorno di immagine positivo con tutti gli Stakeholders
/ Riduzione delle agitazioni sindacali
/ Contenimento dei costi complessivi di layoff
/ Personale qualificato, abituato a lavorare insieme e spesso motivato per una ripartenza
/ Immobile, impianti e macchinari spesso a condizioni vantaggiose
/ Condizioni favorevoli per il reimpiego e/o per l'avvio della produzione
/ Mantenimento del posto di lavoro
/ Nuova formazione: Upskilling / Reskilling
/ Conseguimento dei fini istituzionali di mantenimento dell’occupazione e incentivazione allo sviluppo
/ Ritorno di immagine molto positivo
/ Non impoverimento del territorio